martedì 14 agosto 2012

Mississippi e Baseball

Leggere fa parte delle vacanze (o lo dovrebbe).
Personalmente ho avuto il piacere di leggere Mississippi, di Mario Maffi, Rizzoli, Milano 2004. Si tratta di un libro veramente interessante, che mi permetto di consigliare a tutti: chi non ha un"sogno americano"? Parla di geografia, di storia, di costume, di musica ed anche un po' di Basebell.

Un paio di esempi: "...mentre la danza inseriva un carattere di squisita fisicità con rituali a volte estatici, con un uso particolare del corpo e un ripetuto e insistito contatto con la terra (quell’ondeggiare e quello strascicare dei piedi che, nella forma dello shuffle diventeranno segni distintivi della musica afro-americana". p. 230.
Chi ha frequentato i corsi tecnici penserà subito alla presa di distnza che il corridore effettua staccandosi dalla base: Il fatto che il termine derivi da un un passo di danza potrebbe aiutare a memorizzare meglio.

Il secondo esempio è un poco più complesso, poichè si collega a fattori geografici, ma anche psicologici. Chi ha qualche esperienza dell'America si rende conto di quanto il concetto di "piazza" come luogo di incontro e di scambio sia diverso dal nostro; spesso la piazza non esiste.
...tutto qui intorno obbliga a continue ginnastiche mentali: a sinistra si avvolge il gigantesco Busch Memorial Stadium, il moderno Colosseo votato al Baseball ( e ai Cardinals)...p.379.

R.W. Emerson:“L’occhio è il primo cerchio, l’orizzonte che forma il secondo, e questa figura archetipica si diffonde senza fine attraverso tutta la natura, è il più alto emblema nel codice del mondo” (immagine e concetto ben familiare ai native americans); quallunque mappa di downtown è dominata dal cerchio del Busch Memorial Stadium che imprime una rotazione agli isolati intorno; la stessa collocazione geografica della città ne fa (e ne ha sempre fatto) un mozzo di ruota; la circolarità è ben dentro a quei versi di T.S Eliot (da St. Louis) che sono diventati una delle cifre della città: “Non cesseremo dall’esplorare/ E la fine di tutto questo nostro esplorare/sarà giungere là dov’eravamo partiti/ e conoscere il luogo per la prima volta” (dai Four Quartets). pp. 380-381

Si parla di ginnastiche mentali: quante dobbiamo farne di continuo nel nostro "native baseball" !
Si parla di cerchi, di qualcosa che ruota. Ebbene il senso di rotazione è nel baseball: dai movimenti per lanciare, tirare, battere a quelli della corsa che va insenso antiorario, mentre la difesa agisce in senso antiorario.

Inotre, i native americans costruivano i mounds...

Insomma, è difficile staccarsi da ciò a cui quotidianamente corre il nostro pensiero; bastano poche frasi per farci pensare, ripensare, progettare. Così, le vacanze diventato uno strumento di riflessione e di miglioramento.
Buon Ferragosto.