I campionati sono ormai al giro di boa e qualcosa vale la pena di dire. Certamente diventa difficle fare confronti, capire se il livello si alza, o si abbassa. L'unica cosa che si può constatare è una grave carenza generalizzata dei fondamentali. La parte più eclatante riguarda gli esterni. Troppe partite vengono decise da sbagli (errori meccanici) ed errori (mentali). Palle che scavalcano, che cadono a un metro davanti....dormite eclatanti. Esoprattutto lentezza, una enorme lentezza.
Ciò capita ad ogni livello e lascia molto perplessi.
C'è l'obiettivo di vincere, certo, ma c'è soprattutto quello di estrare dal mazzo almeno qualche buon elemento. Ciò significa lavorare sui fondamentali, allenamento dopo allenamento.
Dal mio osservatorio privilegiato vedo tropi ragazzi, che sanni si e no fare un corretto (regolamnetare) caricamento fare pick-off a iosa. Certamente è utile tenere gli uomini sulle basi, ma forse è ancora più proficuo lanciare più strke che ball, ma forse questo è un optional.
Che problema c'è? il Baseball, quello di alto livello, lo vediamo in tv. Poi, adesso c'è Liddi nelle MMLL, quindi l'orgoglio nazionale è appagato. Se poi va a giocare a New York, magari troviamo qualche sponsor per riabilitare qualche comatoso campo del Sud.
Fertamente, ci sono problemi, ma credo sia ora di piantarla di dire "...i ragazzi di una volta..." che adesso sono over sessanta.
Ci sono iragazzi di adesso, con tutte le loro mancanze, ma anche con tutte le loro virtù. Sono distratti, non riescono a focalizzarsi, non hanno voglia di sacrificarsi...però qualcosa di buono l'avranno. Già il fatto di aver scelto il batti&corri è positivo. Forse non dedichiamo loro abbastanza tempo, o noi non lo troviamo per loro.
Un fatto è certo, purtroppo: chi è disponibile ad allenare è meno di un terzo dei Tecnici tesserati e, ancor peggio, di questo quarto forse il due per cento studia, si impegna, cerca di migliorare il suo livello, E se non igliora il suo, come fa a miglioare quellod ei suoi giocatori ?
Prima della mazza, del guanto e della pallina, c'è la vanga (approfondimento) ed il badile (dstribuzione).
Suggerisco a chi terrà il prossimo corso, di tenere qualche lezione di agronomia.
venerdì 18 maggio 2012
martedì 1 maggio 2012
Attività extracampionato: un'occasione in puù
L'attività extracampionato, che dal punto di vista tecnico dà la possibilità di valutare ancora meglio le capacità, ma soprattutti offre l'occasione per giocare di più, è diventata fondamentale. L'insieme di tornei, clinic e quant'altro è una ghiotta occasione per strearre dal cilindro qualcosa in più di un trofeo.
E' un'ccasione per imparare tutti qualcosa; può essere, anzi dovrebbe essere qulella di metterci alla prova.
I problemi del nostro "mondo piccolo" (senza nulla togliere a Guareschi) sono evidenti e grossi; forse ce ne accorgiamo meno poichè ci pare di vivere in un'isola felice. E' da questo apparire che nasce una debolezza di base, debolezza che si evidenzia in una carenza strutturale, nel pensare a breve, in una progetttualità che va rivista. Zone che sembravano forti ed in crescita sono scomparse, o in grave crisi e non si riesce ad intravedere un progetto di recupero che possa rafforzare. E' facile pensare che si tratti di mancanza di soldi, ma credo si tratti soprattutto di cambiare il modo di pensare, di fare; l'entusiasmo "selvaggio" (forse indispensabile all'inizio) non serve, serve una visione, un'operazione programmata, soprattutto corale.
E' qui dove l'attività extracampionato può diventare un elemento anche di sperimentazione, di coivolgimento.
E' sotto gli occhi di tutti, ad esempio, il problema dell'insufficiente numero di Arbitri: nel corso degli ultimi anni, purtroppo, i "men in blue"sono diminuiti. Ciò significa soprattutto un impoverimento TECNICO: giocare senz'arbitri certamente non insegna a nessuno, anzi è controproducente (qualcuno sostiene che senz'arbitro non c'è partita). I Tornei, ma anche le semplice partitelle in famiglia, possono costituire una buona occasione per far provare cosa significa arbitrare. In modo particolare, chi organizza i tornei dovrebbe mettere a disposizone persone che vorrebbero provare /oatleti che avrebbero la possibilità di vedere il gioco da un'altra angolazione (e imparerebbero qualcosa in più) in modo da coadiuvare gli arbitri ufficiali, consentendo ache una maggiore regolarità del tutto.
L'imposizione, come l'esperienza insegna, può servire al momento, ma, senza il consenso, il discorso non va avanti. Cerchiamo, quindi, di calarci in quello che è fondamentalmente un servizio che diamo ai nostri ragazzi, poichè, così facendo, aiutiamo noi stessi.
E' un'ccasione per imparare tutti qualcosa; può essere, anzi dovrebbe essere qulella di metterci alla prova.
I problemi del nostro "mondo piccolo" (senza nulla togliere a Guareschi) sono evidenti e grossi; forse ce ne accorgiamo meno poichè ci pare di vivere in un'isola felice. E' da questo apparire che nasce una debolezza di base, debolezza che si evidenzia in una carenza strutturale, nel pensare a breve, in una progetttualità che va rivista. Zone che sembravano forti ed in crescita sono scomparse, o in grave crisi e non si riesce ad intravedere un progetto di recupero che possa rafforzare. E' facile pensare che si tratti di mancanza di soldi, ma credo si tratti soprattutto di cambiare il modo di pensare, di fare; l'entusiasmo "selvaggio" (forse indispensabile all'inizio) non serve, serve una visione, un'operazione programmata, soprattutto corale.
E' qui dove l'attività extracampionato può diventare un elemento anche di sperimentazione, di coivolgimento.
E' sotto gli occhi di tutti, ad esempio, il problema dell'insufficiente numero di Arbitri: nel corso degli ultimi anni, purtroppo, i "men in blue"sono diminuiti. Ciò significa soprattutto un impoverimento TECNICO: giocare senz'arbitri certamente non insegna a nessuno, anzi è controproducente (qualcuno sostiene che senz'arbitro non c'è partita). I Tornei, ma anche le semplice partitelle in famiglia, possono costituire una buona occasione per far provare cosa significa arbitrare. In modo particolare, chi organizza i tornei dovrebbe mettere a disposizone persone che vorrebbero provare /oatleti che avrebbero la possibilità di vedere il gioco da un'altra angolazione (e imparerebbero qualcosa in più) in modo da coadiuvare gli arbitri ufficiali, consentendo ache una maggiore regolarità del tutto.
L'imposizione, come l'esperienza insegna, può servire al momento, ma, senza il consenso, il discorso non va avanti. Cerchiamo, quindi, di calarci in quello che è fondamentalmente un servizio che diamo ai nostri ragazzi, poichè, così facendo, aiutiamo noi stessi.
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